Slide backgroundSlide thumbnail
Slide backgroundSlide thumbnail
Slide background
Slide background
Slide background
Slide background
Slide background
teatro de efeso                

Agorà

Pensieri Condivisi.

Formazione tra veloce consumo e lenta riflessione

Possiamo ipotizzare cosa motivi l’accesso alla formazione nel campo psico-socio-educativo e cosa renda attualmente ostico usufruire di processi di apprendimento?

Lavoriamo nelle università, nelle scuole di specializzazione, nelle istituzioni.....

Commenta (0 Commenti)
Leggi tutto...

Commenti

  • Paola Biasin ha scritto Altro
    Essere genitori e non amarsi: difficile!... Domenica, 14 Giugno 2015
  • Emanuela ha scritto Altro
    Siamo messi male
    Oh come mi... Venerdì, 05 Dicembre 2014
  • Renata ha scritto Altro
    Perchè stupirci?
    E' un problema quello... Domenica, 24 Novembre 2013
  • Marcella ha scritto Altro
    Speranza
    Neppure la giornata sui diritti... Sabato, 23 Novembre 2013
  • Paola Scalari ha scritto Altro
    Dare voce
    Chi è Educatore ha espresso... Sabato, 23 Novembre 2013
  • Domenico ha scritto Altro
    Ragazze Invisibili
    Una brutta,... Mercoledì, 20 Novembre 2013
  • Michela ha scritto Altro
    Io penso...
    Nel film "Il ladro di... Lunedì, 18 Novembre 2013

 

Intervista a cura di Laura d'Orsi.

La mamma di Maria scrive: fra tre mesi riprenderò il lavoro dopo la maternità. Sono angosciata perché non so decidere a chi lasciare la piccola: meglio i nonni, una baby sitter o l’asilo nido?
La questione non è solo scegliere tra una persona estranea ma di fiducia, la stabilità affettiva dei nonni o la professionalità di un’educatrice e il contatto con altri bambini. Dietro c'è molto di più: se la mamma è davvero tranquilla, lo sarà anche il piccolo.

Dottoressa Scalari, quale approccio consiglia per fare la scelta giusta?
La vera domanda che una mamma dovrebbe porsi quando decide a chi affidare il suo bambino è: “di chi riesco a fidarmi maggiormente?” e soprattutto: “la mia è una scelta davvero a favore di mio figlio, o sono condizionata da esperienze e sentimenti che non c’entrano con il benessere del mio bambino?”. Non esiste una soluzione valida per tutti e ciascuno dovrà valutare un insieme di cose: dalla comodità, all’impatto economico, alla stabilità della soluzione scelta, ai legami familiari. L’ideale è essere flessibili, contemplando eventualmente una sinergia tra le varie opportunità.

Dal punto di vista della psicologia evolutiva, cosa è più indicato per il bambino?
Fino ai due anni, il bambino potrà trarre grande beneficio dall’essere circondato dal clima affettivo che solo dei nonni disponibili e premurosi possono creare. Dopo questa età, si potrà pensare all’inserimento al nido, chiedendo però anche l’intervento di una baby sitter o nuovamente dei nonni, nei casi di necessità, come durante le inevitabili malattie. È proprio intorno ai due anni infatti, che il bambino inizia ad avvertire l’esigenza di socializzare con i suoi coetanei.

Perché i nonni rappresentano una scelta da privilegiare?
Non solo perché possono offrire ai nipotini un accudimento “speciale”; il loro ruolo è importante anche per i neo-genitori perché possono confortarli, rassicurarli sul fatto che stanno facendo bene i genitori. È come se li autorizzassero a diventare a loro volta mamma e papà, in una sorta di passaggio delle consegne.

Quali vantaggi possono derivare da questa scelta?
Se i nonni si rendono disponibili e sono persone affidabili, i vantaggi per il bambino sono molti: rappresentano la memoria storica della famiglia, le radici che danno solidità e senso di appartenenza al bambino. E poi rappresentano una figura intermedia tra il piccolo e il genitore, una specie di complice affettuoso che rafforza la fiducia nel mondo dei grandi e regala quelle piccole concessioni di cui ogni bambino ha bisogno.

Non c'è il rischio che possano sorgere discussioni sull'educazione del piccolo?
Non si deve cadere nell’errore di rimproverare un nonno perché compra un gelato fuori programma al nipote o gli fa vedere un cartone animato in più. Questo comportamento non sminuisce l’autorevolezza dei genitori, non mette in crisi il loro sistema di regole e il loro stile educativo. Il bambino infatti capisce bene la differenza che c’è tra la mamma e il papà e ciò che può chiedere loro, e cosa invece rappresentano i nonni. Occorre che mamma e papà una volta stabilite delle regole generali (ad esempio sugli orari della nanna), concedano fiducia e un margine di libertà ai nonni.

Come scegliere la baby sitter giusta?
La tata ideale è una persona che mostra di provare una gioia spontanea quando sta insieme al bambino. Significa che sa ascoltarlo, coinvolgerlo nel gioco, e si diverte insieme a lui. Senza forzature, con una disponibilità affettiva che la fa diventare “una di famiglia”. Insomma, una brava tata prova interesse e piacere sinceri nel partecipare alla crescita del piccolo.
Di fronte a questa capacità, che non dipende dall’esperienza, dall’età o da un diploma, tutto il resto passa in secondo piano. Un altro requisito importante è che la tata sappia rispettare alla lettera le direttive della mamma, senza metterle in discussione. Perché il bambino ha bisogno di continuità nello stile educativo e di piccole abitudini che gli danno sicurezza. Solo sul gioco la mamma dovrebbe lasciarle carta bianca, così il piccolo può divertirsi con proposte nuove e arricchire la sua immaginazione.

 

Incontri

Marzo 2024
LMMGVSD
1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
Aprile 2024
LMMGVSD
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30

 

Abbiamo 15 ospiti e nessun utente online

Paola Scalari
è psicologa, psicoterapeuta, psicosocioanalista, docente in Psicoterapia della coppia e della famiglia alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della COIRAG e di Teoria e tecnica del gruppo operativo in ARIELE psicoterapia. Docente Scuola Genitori Impresa famiglia Confartigianato.
Socia di ARIELE Associazione Italiana di Psicosocioanalisi. E’ consulente, docente, formatore e supervisore di gruppi ed équipe per enti e istituzioni dei settori sanitario, sociale, educativo e scolastico.
Cura per Armando la collana Intrecci e per la meridiana la collana Premesse… per il cambiamento sociale, ed è consulente delle riviste Animazione sociale del gruppo Abele, Conflitti del CPPP, Io e il mio Bambino, Sfera-Rizzoli group.
Nel 1988 ha fondato i "Centri età evolutiva" del Comune di Venezia per sostenere la famiglia nel suo compito di far crescere i figli e si è occupata della progettualità del servizio Infanzia Adolescenza della città di Venezia.
Insieme a Francesco Berto ha recentemente pubblicato per le edizioni La Meridiana: "Adesso basta! Ascoltami. Educare i ragazzi al rispetto delle regole." (2004), "Fuggiaschi. Adolescenti tra i banchi di scuola." (2005), "Fili spezzati. Aiutare genitori in crisi, separati e divorziati." (2006), "ConTatto. La consulenza educativa ai genitori." (2008), "Padri che amano troppo." (2009), "Mal d'amore. Relazioni familiari tra confusioni sentimentali e criticità educative." (2011), "A scuola con le emozioni - Un nuovo dialogo educativo" (2012), "Il codice psicosocioeducativo" (2013), "Parola di Bambino. Il mondo visto con i suoi occhi." (2013).

Educare è insegnare ad avere fiducia nel mondo che verrà, a investire positivamente le proprie capacità, a sognare e faticare per realizzare le proprie speranze di vita. Una scuola attiva, formativa, lo sa.
La scuola attiva e formativa è la scuola che tutti noi vorremmo avere per i nostri bambini e ragazzi ma sembra essere lontano anni luce da quello che incontriamo quotidianamente. Prevale una lamentazione diffusa: insegnanti che si lamentano della famiglia dei propri alunni, genitori che difendono tout court i figli e non sembrano comprendere la necessità di un apprendimento basato su aspetti cognitivi, cooperativi ed emotivi. Si trova tanta demotivazione e ancor più rassegnazione, al punto da creare una sorta di imprinting alla rassegnazione anche nei bambini.
Questo libro, curato da Paola Scalari e scritto da insegnanti, pedagogisti, psicologi ed educatori ha il compito da un lato di fare una fotografia critica del presente, dall'altro di proporre buone pratiche per una scuola dell'oggi e del domani. Le buone pratiche sono basate su teorie consolidate ma non ancora applicate in maniera sistematica e consapevole: Bauleo, Pagliarani, Bleger, Freinet, Milani e, per citare il mondo attuale, Canevaro e Demetrio.
Si tratta di pratiche che tengono conto della possibilità di costruire una scuola che aiuti a pensare, dialogare, dar forma. Una scuola basata sull'ascolto, su modalità cooperative, dove bambini e ragazzi possano sentirsi liberi di esprimersi ma anche di prendersi responsabilità in base alle loro competenze. Una scuola che sa mettersi in relazione con i bambini e che sa creare basi per una coesione tra adulti che condividono l'educazione dei figli e degli allievi.
A scuola con le emozioni è rivolo agli insegnanti e ai genitori, ma anche a educatori e psicologi. Com'è il mondo visto con gli occhi del bambino? E' una domanda a cui dovrebbero saper rispondere soprattutto gli educatori dei bambini (oltre che i genitori, auspicabilmente), le maestre e i maestri di vari livelli, coloro che sono impegnati a far crescere i piccoli, ad indicare loro la strada per diventare adulti, per imparare a vivere. Una bella risposta alla domanda è contenuta nel libro "Parola di bambino" scritto da Paola Scalari e Francesco Berto, edizioni la meridiana (premesse... per il cambiamento sociale). La collana, per altro, è curata dalla stessa Paola Scalari che venerdì 14 alle 18 sarà alla libreria Einaudi di Trento in piazza della Mostra.

"Il conflitto che i bambini esprimono con le loro paure richiede l'amore di tutta la nostra intelligenza", scriveva lo psicanalista Luigi Pagliarani negli anni Novanta. Fondatore e presidente di ARIELE (Associazione Italiana di Psicosocioanalisi), Pagliarani, ha lasciato una profonda traccia del suo pensiero tanto che, molti dei suoi, allievi, ora psicanalisti e psicoterapeuti, hanno costituito la Fondazione a lui dedicata (www.luigipagliarani.ch). Fra questi Carla Weber che, venerdì 14, sarà in conversazione con Paola Scalari, co-autrice del libro. Suddiviso in quattro parti, "Alfabetizzazione sentimentale" la prima, "Chiamale emozioni" la seconda, "Il legame familiare" la terza e "Immagini spontanee, volare in alto" la quarta, "Parola di bimbo" non racconta, evoca, "mobilita cioè, poeticamente, la condizione di figlio che è l'elemento unificante l'umanità". Per gli studiosi che fanno riferimento a Luigi Pagliarani, gli autori del libro e coloro che fanno parte dell' associazione "Ariele", oltrecché della Fondazione, "la possibilità di ogni bambino di costruire un buon legame con sé stesso e con il mondo esterno va iscritta nei rapporti tra genitori, nei vincoli tra famiglie, nel tessuto vitale di un territorio, nell'attenzione creativa del mondo scolastico e nelle buone offerte del tempo libero". Sostengono gli autori del libro che "un adulto significativo nella crescita dei minori sa rimanere in contatto con la parte piccola, sensibile, fragile, incompiuta di se stesso". Solo così è possibile riconoscere ed identificarsi con le fatiche emotive dei bambini e aiutare il piccolo a "mettere in parole le emozioni". Non un percorso facile perché presuppone, da parte dell'adulto, la capacità di instaurare un livello comunicativo fra sé e il piccolo, visibile e invisibile, fra la mente di chi è già formato e la psiche di chi deve ancora formarsi. Una sfida bella, premessa necessaria per un mondo umano più equilibrato e meno sofferente. Il libro è il risultato di una ricerca sul campo fatta con i bambini e, nelle pagine sono contenute anche le loro osservazioni, le riflessioni su alcune questioni poste dall'educatore. Una postfazione di Luigi Pagliarani contribuisce a centrare ancor più il tema perché i due verbi da coniugare in ambito educativo sono "allevare e generare. Il grande - che sa ed ha - con l'allevare dà al piccolo quel che non sa e non ha. Qui c'è una differenza di statura. Nel generare questa differenza sparisce. Tutti contribuiscono a mettere al mondo, a far nascere quel che prima non c'era...". Un libro utile a educatori, genitori e adulti che vogliano rapportarsi con successo con i piccoli.