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Paola Scalari.· «Più rispetto e accettazione per stare bene in coppia»

La psicologa: «Figli del narcisismo del nostro tempo, i coniugi troppo spesso scivolano nel volere che l'altro sia ciò che si desidera. Il segreto per un buon matrimonio, invece, è accettarsl e rlspettarsl, per il bene dell'altro e per il proprio, perché l'altro ci dà i nutrimenti affettivi di cui abbiamo bisogno: riconosciamolo»

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Contro il mal d'amore c'è una medicina. Si chiama Rispetto e Accettazione reciproca.

La "terapia" è prescritta nel suo nuovo libro, intitolato proprio "Mal d'amore", dalla psicologa e psicoterapeuta mestrina Paola Scalari. Il volume, scritto insieme - come tanti altri degli anni scorsi con l'educatore Francesco Berto (edizioni Meridiana, pagg. 264, euro 20), indaga le ragioni della fragilità di tante coppie d'oggi e propone dei rimedi.

C'era una volta ... Rimedi utili per la coppia, ma decisamente anche per i figli, perché - spiegano gli autori - solo il bambino che ha dei genitori uniti da un legame protettivo è immune da ogni contagio esterno malato. Una mamma e un papà, amandosi con grande rispetto, introducono infatti nella mente del figlio un potente vaccino che lo preserva dai più grandi mali.
Il punto di partenza, comunque, è l'osservazione di come è cambiata la coppia nel tempo e di come "funziona" oggi: «Non penso - afferma Paola Scalari - che le crisi coniugali un tempo fossero di meno, ma certamente non c'era spazio per esprimerle. La divisione rigida dei ruoli e la subordinazione economica della moglie al marito facevano sì che i problemi rimanessero bloccati, in silenzio dentro un ordine sociale riconosciuto da tutti».

Coppie di oggi impreparate alla negoziazione alla pari. Poi, però, dal dopoguerra le cose sono cambiate: nuovi costumi e nuove libertà hanno fatto sì che il matrimonio divenisse sempre più un rapporto alla pari: «E' il fatto che sia alla pari che complica le cose: le arricchisce, certamente, le rende più appassionanti e più realizzanti, ma i modelli con cui un uomo e una donna possono stare assieme diventano i più svariati e la negoziazione fra i coniugi per giungere a un equilibrio si fa difficile».

Il fatto è che, ad una aumentata libertà, autonomia e possibilità di scelta all'interno del matrimonio, corrisponde una crescente complessità, «per governare la quale - prosegue la psicologa - le coppie di oggi si mostrano molto immature, perché impreparate ad affrontare la negoziazione alla pari. A tutto ciò si aggiunge il narcisismo della nostra cultura, per cui troppo spesso si finisce per volere che l'altro sia ciò che si desidera. In questa società, in cui si pensa di poter avere, conquistare o comperare tutto quello che si vuole per renderei felici, anche il marito e la moglie devono corrispondere, per il partner, alle proprie aspettative, secondo la logica "dell'esisto io e tu devi essere come io ti voglio"».

Così, essendo questo obiettivo impossibile, non ci si sopporta più e le coppie fragili vanno in crisi e scoppiano.

Accettarsi perché è bello e perché conviene. E' di fronte a questo panorama che il libro di Scalari e Berto propone delle medicine contro il "mal d'amore": «L'unione rispettosa, cioè la capacità di rispettare l'altro con la sua alterità, con le sue caratteristiche e modalità, con i suoi bisogni e desideri, le sue esigenze, le sue difficoltà e fragilità: questo è il rimedio. L'accettarsi è l'elemento fondante della vita coniugale, che permette ai figli di crescere in un clima nel quale assorbono dei legami sani, che li rendono capaci di riconoscere l'alterità e di non formarsi strutturati su un pensiero narcisistico».

La terapia è chiara, anche se non facilmente digeribile nel clima del "voglio, dunque posso": «TI vero segreto per far durare un matrimonio e per viverlo bene è sopportarsi. Ma sopportarsi per il piacere di sopportarsi, per il bene dell'altro, per l'affetto che si prova per l'altro. E, insieme, per l'affetto che si ha per se stessi, perché l'altro ci dà i nutrimenti affettivi di cui abbiamo bisogno».

Ed essere riconoscenti, invece che arrabbiati? Il consiglio pratico che ne discende? Eccolo: «Invece di essere sempre arrabbiati, si potrebbe essere riconoscenti di quello che l'altro ti dà, del figlio avuto con lui o con lei, della condivisione della quotidianità, della sicurezza della solidarietà e della possibilità di condividere cose piacevoli ... Non sono cose scontate, sono cose che l'altro ti dà e ti dona: riconosciamolo per vivere meglio».

Giorgio Malavasi

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Paola Scalari
è psicologa, psicoterapeuta, psicosocioanalista, docente in Psicoterapia della coppia e della famiglia alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della COIRAG e di Teoria e tecnica del gruppo operativo in ARIELE psicoterapia. Docente Scuola Genitori Impresa famiglia Confartigianato.
Socia di ARIELE Associazione Italiana di Psicosocioanalisi. E’ consulente, docente, formatore e supervisore di gruppi ed équipe per enti e istituzioni dei settori sanitario, sociale, educativo e scolastico.
Cura per Armando la collana Intrecci e per la meridiana la collana Premesse… per il cambiamento sociale, ed è consulente delle riviste Animazione sociale del gruppo Abele, Conflitti del CPPP, Io e il mio Bambino, Sfera-Rizzoli group.
Nel 1988 ha fondato i "Centri età evolutiva" del Comune di Venezia per sostenere la famiglia nel suo compito di far crescere i figli e si è occupata della progettualità del servizio Infanzia Adolescenza della città di Venezia.
Insieme a Francesco Berto ha recentemente pubblicato per le edizioni La Meridiana: "Adesso basta! Ascoltami. Educare i ragazzi al rispetto delle regole." (2004), "Fuggiaschi. Adolescenti tra i banchi di scuola." (2005), "Fili spezzati. Aiutare genitori in crisi, separati e divorziati." (2006), "ConTatto. La consulenza educativa ai genitori." (2008), "Padri che amano troppo." (2009), "Mal d'amore. Relazioni familiari tra confusioni sentimentali e criticità educative." (2011), "A scuola con le emozioni - Un nuovo dialogo educativo" (2012), "Il codice psicosocioeducativo" (2013), "Parola di Bambino. Il mondo visto con i suoi occhi." (2013).

Educare è insegnare ad avere fiducia nel mondo che verrà, a investire positivamente le proprie capacità, a sognare e faticare per realizzare le proprie speranze di vita. Una scuola attiva, formativa, lo sa.
La scuola attiva e formativa è la scuola che tutti noi vorremmo avere per i nostri bambini e ragazzi ma sembra essere lontano anni luce da quello che incontriamo quotidianamente. Prevale una lamentazione diffusa: insegnanti che si lamentano della famiglia dei propri alunni, genitori che difendono tout court i figli e non sembrano comprendere la necessità di un apprendimento basato su aspetti cognitivi, cooperativi ed emotivi. Si trova tanta demotivazione e ancor più rassegnazione, al punto da creare una sorta di imprinting alla rassegnazione anche nei bambini.
Questo libro, curato da Paola Scalari e scritto da insegnanti, pedagogisti, psicologi ed educatori ha il compito da un lato di fare una fotografia critica del presente, dall'altro di proporre buone pratiche per una scuola dell'oggi e del domani. Le buone pratiche sono basate su teorie consolidate ma non ancora applicate in maniera sistematica e consapevole: Bauleo, Pagliarani, Bleger, Freinet, Milani e, per citare il mondo attuale, Canevaro e Demetrio.
Si tratta di pratiche che tengono conto della possibilità di costruire una scuola che aiuti a pensare, dialogare, dar forma. Una scuola basata sull'ascolto, su modalità cooperative, dove bambini e ragazzi possano sentirsi liberi di esprimersi ma anche di prendersi responsabilità in base alle loro competenze. Una scuola che sa mettersi in relazione con i bambini e che sa creare basi per una coesione tra adulti che condividono l'educazione dei figli e degli allievi.
A scuola con le emozioni è rivolo agli insegnanti e ai genitori, ma anche a educatori e psicologi. Com'è il mondo visto con gli occhi del bambino? E' una domanda a cui dovrebbero saper rispondere soprattutto gli educatori dei bambini (oltre che i genitori, auspicabilmente), le maestre e i maestri di vari livelli, coloro che sono impegnati a far crescere i piccoli, ad indicare loro la strada per diventare adulti, per imparare a vivere. Una bella risposta alla domanda è contenuta nel libro "Parola di bambino" scritto da Paola Scalari e Francesco Berto, edizioni la meridiana (premesse... per il cambiamento sociale). La collana, per altro, è curata dalla stessa Paola Scalari che venerdì 14 alle 18 sarà alla libreria Einaudi di Trento in piazza della Mostra.

"Il conflitto che i bambini esprimono con le loro paure richiede l'amore di tutta la nostra intelligenza", scriveva lo psicanalista Luigi Pagliarani negli anni Novanta. Fondatore e presidente di ARIELE (Associazione Italiana di Psicosocioanalisi), Pagliarani, ha lasciato una profonda traccia del suo pensiero tanto che, molti dei suoi, allievi, ora psicanalisti e psicoterapeuti, hanno costituito la Fondazione a lui dedicata (www.luigipagliarani.ch). Fra questi Carla Weber che, venerdì 14, sarà in conversazione con Paola Scalari, co-autrice del libro. Suddiviso in quattro parti, "Alfabetizzazione sentimentale" la prima, "Chiamale emozioni" la seconda, "Il legame familiare" la terza e "Immagini spontanee, volare in alto" la quarta, "Parola di bimbo" non racconta, evoca, "mobilita cioè, poeticamente, la condizione di figlio che è l'elemento unificante l'umanità". Per gli studiosi che fanno riferimento a Luigi Pagliarani, gli autori del libro e coloro che fanno parte dell' associazione "Ariele", oltrecché della Fondazione, "la possibilità di ogni bambino di costruire un buon legame con sé stesso e con il mondo esterno va iscritta nei rapporti tra genitori, nei vincoli tra famiglie, nel tessuto vitale di un territorio, nell'attenzione creativa del mondo scolastico e nelle buone offerte del tempo libero". Sostengono gli autori del libro che "un adulto significativo nella crescita dei minori sa rimanere in contatto con la parte piccola, sensibile, fragile, incompiuta di se stesso". Solo così è possibile riconoscere ed identificarsi con le fatiche emotive dei bambini e aiutare il piccolo a "mettere in parole le emozioni". Non un percorso facile perché presuppone, da parte dell'adulto, la capacità di instaurare un livello comunicativo fra sé e il piccolo, visibile e invisibile, fra la mente di chi è già formato e la psiche di chi deve ancora formarsi. Una sfida bella, premessa necessaria per un mondo umano più equilibrato e meno sofferente. Il libro è il risultato di una ricerca sul campo fatta con i bambini e, nelle pagine sono contenute anche le loro osservazioni, le riflessioni su alcune questioni poste dall'educatore. Una postfazione di Luigi Pagliarani contribuisce a centrare ancor più il tema perché i due verbi da coniugare in ambito educativo sono "allevare e generare. Il grande - che sa ed ha - con l'allevare dà al piccolo quel che non sa e non ha. Qui c'è una differenza di statura. Nel generare questa differenza sparisce. Tutti contribuiscono a mettere al mondo, a far nascere quel che prima non c'era...". Un libro utile a educatori, genitori e adulti che vogliano rapportarsi con successo con i piccoli.