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Siate vigili sui ragazzi

controlli sui loro acquisti.

 

L'appello della psicoterapeuta Paola Scalari e dell'educatrice Paola Sartori:

"Gli adulti imparino a vigilare con più competenza sull'accesso alla rete Internet."

di Mitia Chiarin

 

NV 20170305

La Prefettura ha promosso un confronto tra educatori, mondo della scuola e
Polizia postale sull'uso della rete, ma c'è ancora sottovalutazione del problema.

L'unica strada è quella della prevenzione e dell'educazione Domenico Martino:
la vigilanza da parte dell'Ufficio scolastico provinciale è garantita.

 

"Gli adulti oggi sono stanchi, vulnerabili e senza supporti. La famiglia non va colpevolizzata, quindi, ma necessita di maggiori supporti educativi, pratici e economici. E gli operatori che a Venezia sono stati una rete di grande eccellenza anche loro sono stanchi e necessitano di risorse. Ma occorre continuare ad essere vigili sui ragazzi: nuovi spazi come internet impongono a noi adulti che non siamo nativi digitali ma dei migranti digitali di avere maggiori competenze e soprattutto dobbiamo tornare a vedere i nostri ragazzi".
La psicoterapeuta. Paola Scalari, psicoterapeuta, psicosocioanalista, docente in Psicoterapia della coppia e della famiglia, lavora da anni tra Mestre e Venezia e ha pubblicato vari libri. La notizia dei giovanissimi che acquistano coltelli in rete non la stupisce affatto. "Questi ragazzi usano i social per essere visti e sono presenti in modo quasi affannato. Hanno bisogno di essere visti. Questo perché il mondo adulto che li circonda non li vede e questo mette tristezza. lo credo occorra agire: creando spazi e luoghi di aggregazione, reti a favore dei ragazzi e una città che sia nei loro confronti attenta e solidale".
Prevenzione come arma. Come si possono prevenire questi fenomeni, chiediamo. "Non è solo necessario un controllo dei ragazzi che usano la rete. Il controllo può sfuggire. Occorre rendere i ragazzi consapevoli che la rete è un grande rischio. Cioè allo strumento si può essere favorevoli ma i ragazzi vanno educati a utilizzarlo bene. Pochi giorni fa ne ho parlato a 400 ragazzini. Loro sono consapevoli che internet può essere anche un luogo di forte trasgressione, ma credo molto dipenda anche dagli adulti. Sono competenti e non assenti nei confronti dei ragazzi? Mi spiego meglio: questi giovanissimi sono arrivati ad un acquisto significativo perché acquistare un coltello lo è. Lo hanno acquistato per offesa o per difesa? Volevano difendersi oppure erano arrabbiati e volevano mettere paura? Il punto è: chi si è accorto che questi ragazzi hanno paura e si sono spinti a difendersi o offendere? L'acquisto di un coltello non è mai un atto neutro. Quindi, come psicoterapeuta, mi sento di dire che attorno ai ragazzi servono adulti competenti. Servizi, insegnanti e famiglie che si accorgano di loro. Occorre quindi porre gli occhi su di loro e garantire ai ragazzi il diritto a sentirsi protetti".
L'educatrice. Paola Sartori è invece un'educatrice, responsabile da anni del Servizio politiche cittadine per l'infanzia e l'adolescenza del Comune di Venezia. Con la Scalari ha lavorato tra il 1988 e il Duemila nell' esperienza dei Centri età evolutiva del Comune.
Anche lei interviene sulla vicenda degli acquisti in internet, senza controlli, di coltelli da parte di minorenni.
E anche sulle sigarette elettroniche fumate dai minori, che fanno parte di un unico problema, dice. "Dagli acquisti online ai casi di cyberbullismo, dal consumo di sostanze alle sigarette elettroniche, mi viene da pensare che oggi i ragazzi hanno molte più modalità' diverse da quelle che avevamo noi un tempo, di trasgredire. Oggi c'è molta più facilità di accedere a strumenti per deviare. Persino le droghe anni fa costavano di più. Un tempo erano le cattive compagnie a mettere in allarme le famiglie. Oggi invece ci sono tanti luoghi, là fuori, in cui i ragazzi possono muoversi e la rete è uno di questi. Sarebbe ora e tempo che la comunità adulta cominciasse a muoversi con competenza in quegli spazi: parlo di adulti, di insegnanti, dei servizi. Noi adulti in questo mondo virtuale, facciamo fatica a muoverei", dice la Sartori.
Tavolo in Prefettura. "Abbiamo un tavolo da tempo, attivato da un decreto Alfano, in Prefettura in cui siamo presenti tutti, educatori, mondo della scuola e Polizia postale, per un confronto tra adulti sull'uso della rete. Ma c'è ancora sottovalutazione del problema. Occorre che insegnanti e famiglie comincino a parlare di questi temi con i ragazzi dimostrando di comprendere lo strumento con consapevolezza", continua la funzionaria del Comune che ribadisce la necessità di investire sulla prevenzione.
Nessuna emergenza. "Ma attenzione: io non parlerei di emergenza. Ci sono molti ragazzi che da certi comportamenti si tengono lontani ma ci sono ragazzi che in rete riescono a trasgredire e ci vuole una comunità adulta che non arrivi, come è successo finora, sempre in ritardo ma sappia comprendere subito cosa sta accadendo a questi ragazzi. Non c'è insomma altra strada se non l'educazione e per questo serve garantire risorse alla prevenzione", conclude la Sartori, "Quindi occorre che il mondo adulto indossi il giusto paio d'occhiali per comprendere i ragazzi".
Ufficio scolastico. "Non abbiamo ricevuto segnalazioni su coltelli portati a scuola nell' area veneziana ma siamo sempre vigili su questi terni", è la rassicurazione che arriva da Domenico Martino, a capo dell'Ufficio scolastico provinciale. "Il mondo della scuola è attentissimo a questi fenomeni", continua. E sull'uso di sigarette elettroniche ribadisce: "Nelle nostre scuole sono vietate tutte le sigarette, anche quelle elettroniche".

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Paola Scalari
è psicologa, psicoterapeuta, psicosocioanalista, docente in Psicoterapia della coppia e della famiglia alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della COIRAG e di Teoria e tecnica del gruppo operativo in ARIELE psicoterapia. Docente Scuola Genitori Impresa famiglia Confartigianato.
Socia di ARIELE Associazione Italiana di Psicosocioanalisi. E’ consulente, docente, formatore e supervisore di gruppi ed équipe per enti e istituzioni dei settori sanitario, sociale, educativo e scolastico.
Cura per Armando la collana Intrecci e per la meridiana la collana Premesse… per il cambiamento sociale, ed è consulente delle riviste Animazione sociale del gruppo Abele, Conflitti del CPPP, Io e il mio Bambino, Sfera-Rizzoli group.
Nel 1988 ha fondato i "Centri età evolutiva" del Comune di Venezia per sostenere la famiglia nel suo compito di far crescere i figli e si è occupata della progettualità del servizio Infanzia Adolescenza della città di Venezia.
Insieme a Francesco Berto ha recentemente pubblicato per le edizioni La Meridiana: "Adesso basta! Ascoltami. Educare i ragazzi al rispetto delle regole." (2004), "Fuggiaschi. Adolescenti tra i banchi di scuola." (2005), "Fili spezzati. Aiutare genitori in crisi, separati e divorziati." (2006), "ConTatto. La consulenza educativa ai genitori." (2008), "Padri che amano troppo." (2009), "Mal d'amore. Relazioni familiari tra confusioni sentimentali e criticità educative." (2011), "A scuola con le emozioni - Un nuovo dialogo educativo" (2012), "Il codice psicosocioeducativo" (2013), "Parola di Bambino. Il mondo visto con i suoi occhi." (2013).

Educare è insegnare ad avere fiducia nel mondo che verrà, a investire positivamente le proprie capacità, a sognare e faticare per realizzare le proprie speranze di vita. Una scuola attiva, formativa, lo sa.
La scuola attiva e formativa è la scuola che tutti noi vorremmo avere per i nostri bambini e ragazzi ma sembra essere lontano anni luce da quello che incontriamo quotidianamente. Prevale una lamentazione diffusa: insegnanti che si lamentano della famiglia dei propri alunni, genitori che difendono tout court i figli e non sembrano comprendere la necessità di un apprendimento basato su aspetti cognitivi, cooperativi ed emotivi. Si trova tanta demotivazione e ancor più rassegnazione, al punto da creare una sorta di imprinting alla rassegnazione anche nei bambini.
Questo libro, curato da Paola Scalari e scritto da insegnanti, pedagogisti, psicologi ed educatori ha il compito da un lato di fare una fotografia critica del presente, dall'altro di proporre buone pratiche per una scuola dell'oggi e del domani. Le buone pratiche sono basate su teorie consolidate ma non ancora applicate in maniera sistematica e consapevole: Bauleo, Pagliarani, Bleger, Freinet, Milani e, per citare il mondo attuale, Canevaro e Demetrio.
Si tratta di pratiche che tengono conto della possibilità di costruire una scuola che aiuti a pensare, dialogare, dar forma. Una scuola basata sull'ascolto, su modalità cooperative, dove bambini e ragazzi possano sentirsi liberi di esprimersi ma anche di prendersi responsabilità in base alle loro competenze. Una scuola che sa mettersi in relazione con i bambini e che sa creare basi per una coesione tra adulti che condividono l'educazione dei figli e degli allievi.
A scuola con le emozioni è rivolo agli insegnanti e ai genitori, ma anche a educatori e psicologi. Com'è il mondo visto con gli occhi del bambino? E' una domanda a cui dovrebbero saper rispondere soprattutto gli educatori dei bambini (oltre che i genitori, auspicabilmente), le maestre e i maestri di vari livelli, coloro che sono impegnati a far crescere i piccoli, ad indicare loro la strada per diventare adulti, per imparare a vivere. Una bella risposta alla domanda è contenuta nel libro "Parola di bambino" scritto da Paola Scalari e Francesco Berto, edizioni la meridiana (premesse... per il cambiamento sociale). La collana, per altro, è curata dalla stessa Paola Scalari che venerdì 14 alle 18 sarà alla libreria Einaudi di Trento in piazza della Mostra.

"Il conflitto che i bambini esprimono con le loro paure richiede l'amore di tutta la nostra intelligenza", scriveva lo psicanalista Luigi Pagliarani negli anni Novanta. Fondatore e presidente di ARIELE (Associazione Italiana di Psicosocioanalisi), Pagliarani, ha lasciato una profonda traccia del suo pensiero tanto che, molti dei suoi, allievi, ora psicanalisti e psicoterapeuti, hanno costituito la Fondazione a lui dedicata (www.luigipagliarani.ch). Fra questi Carla Weber che, venerdì 14, sarà in conversazione con Paola Scalari, co-autrice del libro. Suddiviso in quattro parti, "Alfabetizzazione sentimentale" la prima, "Chiamale emozioni" la seconda, "Il legame familiare" la terza e "Immagini spontanee, volare in alto" la quarta, "Parola di bimbo" non racconta, evoca, "mobilita cioè, poeticamente, la condizione di figlio che è l'elemento unificante l'umanità". Per gli studiosi che fanno riferimento a Luigi Pagliarani, gli autori del libro e coloro che fanno parte dell' associazione "Ariele", oltrecché della Fondazione, "la possibilità di ogni bambino di costruire un buon legame con sé stesso e con il mondo esterno va iscritta nei rapporti tra genitori, nei vincoli tra famiglie, nel tessuto vitale di un territorio, nell'attenzione creativa del mondo scolastico e nelle buone offerte del tempo libero". Sostengono gli autori del libro che "un adulto significativo nella crescita dei minori sa rimanere in contatto con la parte piccola, sensibile, fragile, incompiuta di se stesso". Solo così è possibile riconoscere ed identificarsi con le fatiche emotive dei bambini e aiutare il piccolo a "mettere in parole le emozioni". Non un percorso facile perché presuppone, da parte dell'adulto, la capacità di instaurare un livello comunicativo fra sé e il piccolo, visibile e invisibile, fra la mente di chi è già formato e la psiche di chi deve ancora formarsi. Una sfida bella, premessa necessaria per un mondo umano più equilibrato e meno sofferente. Il libro è il risultato di una ricerca sul campo fatta con i bambini e, nelle pagine sono contenute anche le loro osservazioni, le riflessioni su alcune questioni poste dall'educatore. Una postfazione di Luigi Pagliarani contribuisce a centrare ancor più il tema perché i due verbi da coniugare in ambito educativo sono "allevare e generare. Il grande - che sa ed ha - con l'allevare dà al piccolo quel che non sa e non ha. Qui c'è una differenza di statura. Nel generare questa differenza sparisce. Tutti contribuiscono a mettere al mondo, a far nascere quel che prima non c'era...". Un libro utile a educatori, genitori e adulti che vogliano rapportarsi con successo con i piccoli.