Tutto comincia con qualche innocente mania. Alessia non vuole più mangiare perché ha sentito parlare della mucca pazza. Elia teme di intossicarsi con i latticini. Vania vuole poter indossare dei jeans stretti che le sono stati regalati. Francesca decide di assomigliare alle sue amiche che sono, secondo lei, tutte più belle e in linea. Patrizia è spinta dalla mamma a perdere quei chili di troppo che le danno l’aspetto di una bimba paffuta. Lucrezia respinge decisamente tutti i cibi che contengono carboidrati e zuccheri.
Maternità e Sesso
Studio psicoanalitico e psicosomatico
Marie Langer
Maternità e sesso, uscito nel 1951 in Argentina, è stato il primo testo di Marie Langer ad essere pubblicato in Italia nel 1981 e si colloca all’interno della lunga ricerca che le psicoanaliste don- ne hanno intrapreso per rispondere alla domanda di Freud che abbiamo messo in esergo. Se il merito di Freud è stato quello di intraprendere questa ricerca, è anche vero che le conclusioni a cui egli giunge, ci appaiono oggi alquanto riduttive. In fondo, come la stessa Langer ricorda, egli riduce la donna a un uomo castrato, auspicando che siano le colleghe donne a dire la parola ulteriore in un campo in cui egli riconosceva i suoi limiti.
Nella sua autobiografia1, Langer dedica il testo “... a tutte queste giovani donne2, e non solo a loro...”, con le quali ha continuato il suo dialogo serrato sulla psicoanalisi del femminile ed è proprio grazie ad una di queste, Maria Elena Petrilli, che Marie Langer e il suo pensiero sono approdati in Italia. È stata Petrilli, giovane psicoterapeuta, allieva ed amica di Langer in Argentina, a mettere in collegamento Langer con Basaglia e ad iniziare un confronto che vedeva la nostra autrice argentina arrivare quasi annualmente dal Messico a Venezia, a casa di Petrilli, per tessere i suoi rapporti con l’Italia e con l’Europa.
Questo dialogo serrato è alla base della traduzione di Gilberto Sacer- doti di Maternità e sesso e della sua prima pubblicazione in Italia, intro- dotto da un’intervista all’autrice fatta proprio da Maria Elena Petrilli.
Trovare il senso della vita è un’impresa davvero ardua per tutti quei ragazzi che hanno potuto attingere con grande facilità sia ai beni primari sia all’amore incondizionato dei familiari.
Certi giovani crescono dentro ad un mondo “ipermercato” dove tutto si trova in abbondanza. Basta allungare la mano, mettere nel carrello, pagare e… andare via. Non una parola con il bottegaio, non un limite al prodotto desiderato, non una salubre attesa che arrivi la cosa prescelta. Se quel che si brama non è immediatamente a disposizione, al massimo, si cambia centro commerciale!
Il Banco Vuoto
Scuola e leggi razziali, Venezia 1938-45.
Maria Teresa Sega
Nuova edizione, Verona, 2019
Che cosa si prova ad essere 'diversi'? Additati per strada, dileggiati con sputi ed insulti? (pag 11)
Un libro corale. Un testo nel quale le voci di tanti bambini creano una intensa trama emotiva. Un elegante volume che ci permette di ascoltare il racconto di quel lontano passato dove, un giorno qualsiasi, gli alunni ebrei furono scacciati da scuola.
I ragazzi di oggi mostrano una facciata arrogante, ma dietro a questa apparente sfrontatezza, nascondono una realtà vulnerabile. Mostrano quindi spavalderia e sicurezza perché sono certi di essere stati amati, ma vivono trepidazioni ed ambasce poiché non sono certi che il mondo degli adulti li saprà amare, volere, accogliere. Vogliono essere accettati, ma tutto congiura per tenerli fuori dal mondo vero, quello dei grandi, quello di chi prende le decisioni.
Il Tappeto Afghano
Gholam Najafi
Là fuori
al di là delle idee di falso e giusto
c'è un vasto campo:
come vorrei incontrarvi là.
Quando colui che cerca raggiunge
quel campo
si stende e si rilassa:
là non esiste credere o non credere.
(Rumi)
Siamo in Afghanistan, terra martoriata da troppe guerre. Alloggiamo tra i monti e nelle contrade di questo splendido Paese. Leggendo il testo, non essendo mai stata in Afghanistan, me lo sono immaginato simile all'Iran, ai villaggi che lì ho visitato, ma ancora più brullo, impervio e con piccolissimi agglomerati di case di fango o poco più.
Qualcosa che a noi occidentali fa incantare.
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